Permesso di soggiorno e autocertificazioni per stranieri

Autocertificazione ? Per gli immigrati in Italia non vale

Ancora una volta il governo sembra aver perso l’occasione buona per dare il via libera alle autocertificazioni anche da parte degli immigrati in Italia

L’autocertificazione in Italia funziona già da qualche anno con buoni risultati, ma non per gli immigrati. E sarà così anche nel 2017 perché tra i provvedimenti del decreto Milleproroghe appena licenziato dal nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni c’è il rinvio di almeno dodici mesi della possibilità per i cittadini stranieri di allegare alle loro pratiche dichiarazioni sostitutive al posto di quelle originali in base, come si legge nel provvedimento, alle “speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero”.

Tradotto in soldoni, significa che almeno sino al prossimo dicembre gli immigrati non potranno presentare autocertificazioni per nessuna pratica, anche se questo servirebbe sia per accelerare i tempi che per evitare scomode code e snellire il lavoro degli uffici pubblici ed è così sin dal 2012 quando per la prima volta le certificazioni self service potevano essere introdotte nella nostra legislazione anche per gli stranieri ma così non è stato.

E questo nonostante il fatto che sarebbe un vantaggio certo non solo per loro ma più in generale per tutta la burocrazia italiana.

Ecco perché quindi, facendo degli esempi concreti, tutti quelli che presentano domanda per ottenere la carta di soggiorno saranno obbligatoriamente costretti ad un viaggio in Procura per farsi consegnare i certificati del casellario giudiziale e dei carichi pendenti.

Oppure ancora, per rinnovare un permesso destinato a motivi di studio occorrerà anche nel 2017 allegare alla domanda un certificato degli esami sostenuti all’università, mentre uno straniero disoccupato dovrà presentare il certificato di iscrizione alle liste di collocamento in modo da ottenere un permesso per attesa occupazione.

Ma da cosa è dovuta sostanzialmente questa empasse che rischia di complicare inutilmente la vita ai cittadini stranieri e di ingolfare di pratiche anche gli uffici pubblici italiani che invece ne farebbero volentieri a meno?

La colpa in buona sostanza è nella mancanza di regole comuni tra i soggetti dai quali dipende la gestione degli stranieri immigrati, a cominciare dai Ministero dell’Interno e dalle Questure, oltre ad altri dicasteri interessati come il ministero della Giustizia, dell’Istruzione, o del Lavoro.

permesso di soggiorno e residenza
permesso di soggiorno e residenza

Basterebbe creare banche dati comuni per tutti e facili da consultare nelle quali si possano caricare le autocertificazioni dei cittadini stranieri e rendere così superata la pratica della consegna manuale di qualsiasi documento.

Nel 2012 in effetti un decreto del ministero dell’Interno aveva il compiti di individuare le modalità per l’acquisizione in automatico di dati e certificati. Il tempo è passato, ma di questa riforma non c’è mai stata traccia.

Proroga al 31 dicembre 2020

I cittadini extracomunitari in Italia non potranno utilizzare autocertificazioni nelle procedure previste dal Testo Unico sull’Immigrazione e dal suo regolamento di attuazione.

L’articolo 3 decreto Milleproroghe (DL n. 162/2019 “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”) proroga al 31 dicembre 2020 l’entrata in vigore di una norma del cosiddetto decreto Semplifica Italia (DL n.5/2012 “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”).

La norma del decreto Semplifica Italia dava il via alle autocertificazioni anche nelle procedure dell’immigrazione, ma di proroga in proroga non ha mai trovato attuazione.

Nella relazione illustrativa del Milleproroghe, il governo spiega che la nuova proroga si rende necessaria per la mancanza di un canale informatico attraverso i quale gli uffici pubblici accedere alle banche dati pubbliche e verificare quanto autocertificato dai cittadini stranieri.

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